Tutti sanno cos’è il diabete, l’iperglicemia e la glicemia alta, ma sapete cos’è l’ipoglicemia? Si tratta dello stato opposto, in cui i livelli di glicemia scendono al di sotto dei limiti di riferimento normali… ma come possiamo riconoscerlo?
A volte sentiamo un’inspiegabile debolezza, palpitazioni o vertigini, senza essere malati. Proprio questi segni, per alcune persone, rappresentano il campanello d’allarme per un calo repentino dei livelli di glicemia – uno stato che spesso viene sottovalutato.
L’ipoglicemia può colpire sia persone con diabete sia individui completamente sani in determinate circostanze. Comprendere le cause e i sintomi precoci è fondamentale per gestire la condizione e prevenire conseguenze più gravi. Nei paragrafi seguenti esamineremo i principali fattori che possono portare a una glicemia bassa, così come gli approcci moderni per la diagnosi e il trattamento.
Che cos’è la glicemia bassa?

La glicemia bassa, detta anche ipoglicemia, è una condizione in cui il livello di glucosio nel sangue scende al di sotto dei valori normali – solitamente sotto 3,9 mmol/L. Il glucosio è la fonte principale di energia per le cellule del corpo, in particolare per il cervello, e la sua carenza può causare diversi sintomi – dalla leggera stanchezza fino alla perdita di coscienza.
L’ipoglicemia non è una malattia in sé, bensì un sintomo di uno squilibrio energetico, che si osserva spesso nelle persone con diabete in terapia insulinica, ma può insorgere anche in individui perfettamente sani – ad esempio in caso di digiuno, attività fisica eccessiva o disturbi ormonali.
Valori di riferimento
I valori normali della glicemia variano in base al momento del pasto e alle caratteristiche individuali, ma per gli adulti senza diabete si accettano di norma i seguenti limiti di riferimento:
- A digiuno (almeno 8 ore senza cibo): 3,9 – 5,5 mmol/L
- Dopo il pasto (circa 2 ore): fino a 7,8 mmol/L
L’ipoglicemia si classifica in gradi a seconda della gravità dei sintomi e dei valori della glicemia:

- Ipoglicemia lieve: Glicemia tra 3,0 – 3,9 mmol/L.
Di solito capita come sensazione di fame, leggera tremanza, sudorazione o irritabilità. - Ipoglicemia moderata: Glicemia tra 2,5 – 2,9 mmol/L.
I sintomi includono vertigini, concentrazione disturbata, palpitazioni. - Ipoglicemia grave: Sotto 2,5 mmol/L. Può causare confusione, svenimento, persino coma, se non gestita tempestivamente.
Per le persone con diabete si consiglia un’autogestione regolare della glicemia, poiché i valori target individuali possono differire.
Sintomi dell’ipoglicemia
L’ipoglicemia, ovvero bassi livelli di glicemia, si manifesta con sintomi diversi, che possono variare in gravità e natura a seconda del grado di glicemia e dell’adattamento dell’organismo. I sintomi si dividono in due gruppi principali – adrenergici (vegetativi) e neuroglicopenici.
In caso di ipoglicemia da lieve a moderata, i segnali più frequenti comprendono:
- sensazione improvvisa di fame
- sudorazione (soprattutto al collo e alla fronte)
- palpitazioni
- tremore (tremore delle mani)
- sensazione di inquietudine, irritabilità o nervosismo.
Questi sintomi sono il risultato dell’attivazione del sistema nervoso simpatico in risposta alla glicemia bassa.
Quando i livelli di glicemia continuano a scendere, compaiono sintomi neuroglicopenici, dovuti alla carenza di glucosio nel cervello:
- vertigini o debolezza,
- difficoltà nel pensare, confusione,
- disturbi del linguaggio o della vista (ad esempio visione offuscata),
- movimenti non coordinati,
- svenimento.
In caso di ipoglicemia grave può verificarsi perdita di coscienza o convulsioni, specialmente nelle persone con diabete che utilizzano insulina o alcuni farmaci sulfònilureici.
È importante sottolineare che nelle persone con ipoglicemie frequenti o con diabete di lunga durata, i sintomi possono essere assenti (la cosiddetta “incoscienza ipoglicemica”), il che rende la condizione ancora più rischiosa. In tali casi il monitoraggio regolare della glicemia è vitale.
Cause e fattori di rischio

L’ipoglicemia insorge quando il livello di glucosio nel sangue scende al di sotto del normale, spesso a seguito di uno squilibrio tra l’assunzione di carboidrati, la produzione di insulina e le esigenze energetiche dell’organismo. Le cause e i fattori di rischio possono essere classificati in diversi gruppi principali:
1. Trattamento del diabete
La causa più frequente dell’ipoglicemia è il trattamento del diabete, soprattutto con insulina o farmaci sulfònilureici.
Le situazioni a rischio includono:
- Assunzione di una dose troppo elevata di insulina o di farmaci antidiabetici orali.
- Saltare o ritardare il pasto dopo la terapia.
- Aumento dell’attività fisica senza una correzione adeguata della dose di insulina/carboidrati.
- Consumo di alcol a stomaco vuoto – questo blocca la gluconeogenesi nel fegato.
2. Apporto alimentare insufficiente
- Pasti saltati o apporto calorico basso.
- Diete con basso contenuto di carboidrati.
- Digiuno prolungato.
3. Disturbi ormonali e metabolici
- Disturbi nella secrezione di ormoni che mantengono l’equilibrio glicidico – come il cortisolo, il glucagone o l’adrenalina.
- Insufficienza surrenalica (malattia di Addison).
- Ipofunzione dell’ipofisi (ipopituitarismo).
4. Malattie del fegato e dei reni
- Insufficienza epatica o cirrosi – ridotta capacità di gluconeogenesi e glicogenolisi.
- Insufficienza renale – difficoltà ad eliminare l’insulina dall’organismo.
5. Insulinoma e altri tumori
- Raro tumore pancreatico (insulinoma), che produce un eccesso di insulina.
- Altre neoplasie che rilasciano sostanze insulino‑simili.
6. Interazioni farmacologiche
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Oltre ai farmaci antidiabetici, alcuni antibiotici (es. chinoloni), beta‑bloccanti e altri medicinali possono anch’essi provocare un calo della glicemia o mascherarne i sintomi.
7. Aumento del rischio in determinati gruppi
- Persone anziane con diabete – più sensibili ai farmaci e con alimentazione meno prevedibile.
- Bambini – esauriscono più rapidamente le loro riserve di glicogeno.
- Donne in gravidanza con diabete gestazionale – specialmente in caso di variazioni nel fabbisogno insulinico.
Oltre a queste cause, vi presentiamo anche un esempio un po’ più divertente – dopo un consumo eccessivo di alcol oppure durante il post‑sbornia. L’alcol blocca il ciclo di Krebs e di fatto arresta il metabolismo e, quando ci alziamo dopo una lunga serata di consumo di alcolici concentrati, senza aver mangiato prima di andare a letto, molte volte avvertiamo una forte fame, tremori e sudorazione fredda. “Il trattamento” consiste nell’assunzione di qualche tipo di carboidrato, preferibilmente complesso – come ad esempio fiocchi d’avena.
Una buona informazione e un attento monitoraggio dei sintomi e dell’alimentazione sono fondamentali per prevenire episodi ipoglicemici.
Complicazioni e conseguenze correlate

L’ipoglicemia non è semplicemente un malessere momentaneo – può portare a conseguenze serie, talvolta pericolose per la vita, soprattutto se non viene riconosciuta e gestita tempestivamente. Episodi frequenti e prolungati di glicemia bassa sono associati a varie complicazioni, sia acute che croniche:
Complicazioni acute
- Perdita di coscienza (coma ipoglicemico) - In caso di forte diminuzione del glucosio nel sangue, il cervello non riceve energia sufficiente, il che può portare a svenimento o addirittura coma. Questa condizione richiede un intervento urgente.
- Convulsioni - Livelli estremamente bassi di glicemia possono provocare disfunzioni elettriche nel cervello e causare convulsioni, soprattutto nei bambini o in persone con malattie neurologiche preesistenti.
- Coordinazione e coscienza alterate - I pazienti possono apparire confusi, parlare in modo inappropriato, comportarsi come ubriachi o aggressivi, il che comporta rischio di traumi e incidenti.
Conseguenze neurologiche
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Encefalopatia ipoglicemica - Episodi ripetuti o prolungati possono danneggiare la funzione cerebrale. Questo può portare a difficoltà cognitive, problemi di memoria o di concentrazione, soprattutto nelle persone con diabete da lungo tempo.
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Soglia ridotta di percezione dell’ipoglicemia (incoscienza ipoglicemica) - In caso di attacchi frequenti, il corpo smette di manifestare i sintomi d’allarme tipici come tremori, sudorazione o battito accelerato. Questo rende la condizione ancora più pericolosa.
Rischi cardiovascolari
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Aritmie cardiache - L’ipoglicemia provoca un’aumentata secrezione di adrenalina, che può portare a tachicardia o altre aritmie, soprattutto in persone con patologie cardiache preesistenti.
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Rischio aumentato di infarto o ictus - Secondo alcuni studi, le ipoglicemie frequenti nei diabetici sono associate a una mortalità più elevata e a un maggior rischio di eventi vascolari acuti.
Durante la gravidanza
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Rischi per il feto e la madre
Nelle donne in gravidanza con diabete, un’ipoglicemia mal controllata può influire negativamente sullo sviluppo del feto e portare a complicanze come parto prematuro o distress fetale.
L’ipoglicemia non deve essere sottovalutata – richiede un auto‐monitoraggio attivo, un’alimentazione adeguata e una correzione della terapia, soprattutto nelle persone con diabete. Il riconoscimento precoce dei sintomi e la loro gestione tempestiva sono fondamentali per prevenire le complicazioni.
Cosa fare in caso di livelli di glicemia bassi?
Se compaiono sintomi di ipoglicemia è importante reagire rapidamente, per ristabilire i livelli normali di glicemia ed evitare complicazioni. Ecco cosa fare:
Primi passi in caso di ipoglicemia lieve (livelli sotto 3,9 mmol/L):
1. Consuma carboidrati a rapido assorbimento (15–20 g):
- 1 bicchiere di succo di frutta naturale (circa 150 ml)
- 3–4 compresse di glucosio (in totale 15 g)
- 1 cucchiaino di zucchero o miele
- 150 ml di bevanda gassata zuccherata (non dietetica!)
- 1 banana o 2–3 datteri
2. Aspetta 10–15 minuti
Durante questo tempo la glicemia dovrebbe cominciare a salire. Se i sintomi non migliorano – ripeti l’assunzione di carboidrati rapidi.
3. Dopo la stabilizzazione:
- Consuma una piccola colazione che includa carboidrati a lento assorbimento e un po’ di proteine (per esempio una fetta di pane integrale con burro di arachidi o yogurt con avena), per prevenire un nuovo calo.
In caso di ipoglicemia grave (perdita di coscienza o impossibilità di assumere per via orale):
- Non somministrare cibo o liquidi a una persona incosciente!
- Chiama immediatamente il pronto soccorso – 112.
- Se disponi di glucagone iniettabile (per diabetici) – usalo secondo le istruzioni.
Alimenti utili per la stabilizzazione:
Dopo la ripresa:
- Pane integrale
- Patate bollite
- Riso con carne
- Legumi bolliti
- Uova con colazione integrale
Se soffri spesso di ipoglicemia, porta sempre con te qualcosa di dolce (glucosio, caramelle, succo), soprattutto se assumi insulina o determinati farmaci antidiabetici. Monitora regolarmente i tuoi livelli e adotta misure tempestive per prevenire gli episodi, dato che i meccanismi di regolazione della glicemia negli individui sani sono molto più perfetti rispetto a quelli nei diabetici e in chi ha altri disturbi metabolici.
Quando consultare un medico?
Se avverti spesso vertigini, debolezza, irritabilità o altri sintomi di glicemia bassa che non migliorano velocemente dopo l’assunzione di cibo o zucchero, è importante rivolgersi al medico. Episodi ripetuti di ipoglicemia possono essere un segno di un problema nel metabolismo dell’insulina, di uno squilibrio ormonale o di un trattamento del diabete non corretto e non vanno trascurati.
Domande frequenti
Cosa è l’ipoglicemia e è pericolosa?
L’ipoglicemia è una condizione di glicemia bassa sotto i valori normali. Se non viene riconosciuta e gestita in tempo, può portare a vertigini, svenimenti o persino a complicazioni serie.
Come posso capire se ho la glicemia bassa?
I sintomi tipici includono tremori, sudorazione, fame, confusione e debolezza. Il modo più sicuro per confermare è misurare con un glucometro in presenza di sintomi.
Cosa devo mangiare in caso di ipoglicemia?
Durante un episodio acuto si raccomandano carboidrati rapidi – ad esempio un bicchiere di succo, una bustina di zucchero o miele. Per il controllo a lungo termine è bene consumare pasti bilanciati con carboidrati lenti, proteine e fibre.

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