Possibili effetti collaterali
Reazioni lievi (disagio gastrico, insonnia ecc.)
L’erba tribulus terrestris di solito è ben tollerata e la maggior parte delle persone non sperimenta effetti collaterali dal suo uso. Tuttavia esistono casi in cui si osservano problemi lievi al tratto gastrointestinale (GIT), come vomito, diarrea, dolori addominali e altri. Può anche comparire mal di testa e insonnia.
In rari casi sono possibili anche reazioni allergiche, che si manifestano con eruzioni cutanee, prurito o gonfiore. La maggior parte di questi effetti è lieve e solitamente scompare dopo l’interruzione dell’uso dell’erba.
Reazioni avverse gravi (casi rari)

Estremamente raro può verificarsi un effetto collaterale più serio. Questi sono legati a danni renali, danni epatici o convulsioni. Le reazioni avverse gravi sono più spesso associate a sovradosaggio o a prodotto di scarsa qualità.
Terestrosin D è un ingrediente molto specifico contenuto nell’erba, che può accumularsi nel fegato e nei reni e condurre a alterazioni temporanee degli stessi. Così può essere rilevata anche un’influenza sul fegato, specialmente in caso di uso prolungato o dose elevata. La buona notizia è che, dopo l’interruzione dell’erba, la sua concentrazione diminuisce al minimo e non lascia problemi permanenti e irreversibili agli organi.
In quali gruppi il rischio è aumentato
Esistono alcuni gruppi di persone per cui il rischio di comparsa di effetti collaterali è molto alto e non è consigliabile usare l’erba. Questi sono persone con problemi renali e epatici diagnosticati, che possono subire danni più gravi dall’uso del tribulus terrestris. Le persone che assumono farmaci su prescrizione devono consultare uno specialista a causa delle possibili interazioni col tribulus. Donne incinte e in allattamento è preferibile che non assumano l’erba, perché può provocare gravi problemi nello sviluppo del feto o influenzare la qualità del latte materno. Ciò vale soprattutto per l’uso in gravidanza, dove il rischio è più elevato.
Anche l’erba deve essere evitata da persone con problemi ormonali e da chi segue una terapia ormonale, poiché può insorgere uno squilibrio ormonale. Consultate sempre uno specialista prima di iniziare ad assumere il tribulus, per evitare la comparsa di effetti collaterali.
Controindicazioni
In presenza di alcune malattie (cardiovascolari, ormonali ecc.)
L’assunzione del tribulus terrestris dovrebbe essere limitata in persone con malattie cardiovascolari, problemi renali ed epatici e persone con squilibrio ormonale. In tali casi l’erba può avere specifiche interazioni che portano a problemi più gravi. Queste sono le principali possibili controindicazioni da tenere presenti. È sempre importante consultare uno specialista, soprattutto se si assumono terapie per le patologie concomitanti.
Assunzione durante la gravidanza e l’allattamento

L’assunzione in gravidanza e allattamento non è raccomandata, salvo se prescritta da uno specialista. Alcuni componenti del tribulus possono attraversare la placenta e provocare danni al feto. Per quanto riguarda le donne che allattano, i componenti possono passare nel latte materno e causare problemi nello sviluppo del bambino. È importante la consultazione con uno specialista, per evitare successivi problemi, sia per la madre che per il bambino.
Limitazioni d’età
L’erba non è adatta all’assunzione da parte di bambini piccoli o persone in età in cui vi sono molti problemi metabolici e sensibilità aumentata. In adulti anziani e bambini spesso sono necessarie dosi diverse o erbe alternative e farmaci.
Interazione con farmaci e integratori
Potenziali interazioni farmacologiche
Potenziali interazioni farmacologiche possono derivare dai meccanismi farmacodinamici e farmacocinetici che i farmaci esercitano a contatto con il tribulus. Le interazioni più frequenti si osservano con farmaci per l’ipertensione, anticoagulanti e immunosoppressori. Sono possibili anche effetti sulla pressione sanguigna, che richiedono attenzione quando combinati con farmaci antipertensivi.
Con gli integratori alimentari e le erbe può anche verificarsi una simile interazione. Integratori come l’iperico, alcune vitamine e altri entrano spesso in interazione col tribulus e inibiscono la via P450 o i trasportatori farmacologici. Negli adulti che assumono molti farmaci, va inoltre evitata l’assunzione del tribulus terrestris, poiché può portare a effetti collaterali e rischio più elevato per via della comorbidità (molte malattie croniche).
Come evitare combinazioni indesiderate
Per evitare una combinazione indesiderata di farmaci e integratori, i medici devono eseguire un controllo completo dei farmaci in uso e anche chiedere dell’eventuale assunzione di erbe e integratori, perché spesso viene omesso e ciò è di estrema importanza. Inoltre bisogna evitare coppie ad alto rischio, correggere le dosi, separare i tempi di assunzione e monitorare costantemente la possibile comparsa di effetti indesiderati.
Come assumere il tribulus terrestris in sicurezza

Dosi raccomandate
Sono stati condotti numerosi studi su uomini con disfunzione sessuale edonne con basso desiderio. Le ricerche indicano che un’assunzione giornaliera di 250 mg due‑tre volte al giorno (fino a raggiungere una dose di circa 750 mg) è perfettamente sufficiente e si osservano effetti positivi quasi immediatamente. È importante utilizzare estratti standardizzati e non superare la dose di 1500 mg al giorno. Questa è la dose generale raccomandata, che garantisce un’assunzione sicura dell’erba.
Durata dell’assunzione
Gli specialisti raccomandano una durata di uso da 90 a 120 giorni, e dopo 6‑8 settimane è auspicabile fare una pausa, affinché il corpo non si abitui all’erba. L’uso dell’integratore deve essere accompagnato da una consulenza preventiva con uno specialista e occorre monitorare attentamente la comparsa di effetti collaterali.
Consigli degli esperti per ridurre al minimo il rischio
Per ridurre al minimo il rischio, scegli sempre tinture erbali di qualità, standardizzate e con certificati di qualità. Tali raccomandazioni vengono spesso date da un fitoterapeuta, che conosce bene l’azione delle erbe. Scegli il tribulus terrestris che ha alto contenuto di saponine, in particolare alto quantità di protodioscina, per avere il miglior effetto dall’assunzione. La consulenza con uno specialista è obbligatoria e bisogna sempre controllare la comparsa di effetti collaterali come nausea, vomito, diarrea, insonnia, mal di testa e altri.
Opinioni degli specialisti e studi scientifici
Dati clinici sulla sicurezza
La maggior parte dei segnali di reazioni avverse per tinture a base di erbe e integratori alimentari proviene da rapporti di casi, mentre le revisioni sistematiche mostrano che solo una piccola parte dei casi segnalati riguarda specificamente prodotti erboristici. In Europa e in America, i regolamenti sulla sicurezza hanno subito modifiche perché molti prodotti non indicano la dose esatta e la composizione, il che porta successivamente a reazioni avverse ai farmaci.
Per questo è importante scegliere prodotti certificati secondo lo standard europeo e che abbiano superato i controlli di sicurezza come lo standard GMP.
Commenti degli esperti fitoterapici e medici
Il parere dei fitoterapeuti e dei medici specialisti è unanime: ogni erba e integratore alimentare deve passare attraverso una rigorosa valutazione di sicurezza e una collaborazione multidisciplinare prima di essere integrato nella pratica clinica. Gli scienziati consigliano ai clinici di informarsi attivamente sull’uso dei rimedi erboristici e di utilizzare molteplici fonti di informazione, per prevenire reazioni indesiderate o interazioni farmacologiche.
I fitoterapeuti, dal canto loro, continuano a sostenere l’uso dell’erba ed esprimere pareri positivi sui suoi effetti. Tuttavia, consigliano sempre un’assunzione attenta e un dosaggio corretto per evitare reazioni avverse.
Conclusione – il tribulus terrestris è sicuro?
Tribulus terrestris è una parte popolare della terapia erboristica tradizionale e sembra sicuro per un uso a breve termine in dosi standard. Tuttavia, esistono determinati gruppi a rischio per i quali l’assunzione dovrebbe essere evitata. I dati sulla sicurezza a lungo termine sono limitati. L’uso di tribulus terrestris dovrebbe essere evitato da pazienti con problemi epatici, renali, cardiaci e ormonali. Non deve essere usato da donne in gravidanza o in allattamento. È sempre necessario consultare uno specialista prima di iniziare l’assunzione dell’erba, per evitare interazioni farmacologiche e reazioni avverse.
Domande frequenti

Il tribulus terrestris ha effetti collaterali?
Sì, il tribulus terrestris può causare effetti collaterali come crampi, diarrea, nausea, vomito, mal di testa e insonnia.
Quali sono gli effetti indesiderati più comuni?
Gli effetti indesiderati più comuni sono legati al tratto gastrointestinale (GIT), abbassamento rapido della pressione sanguigna, abbassamento rapido della glicemia e altri.
Si può assumere il tribulus terrestris con pressione alta?
Il tribulus terrestris può abbassare la pressione sanguigna. Per questo è necessario consultare uno specialista, specialmente se si assumono anche farmaci per la pressione.
È pericoloso per le persone con problemi ormonali?
Sì, per alcune persone con problemi ormonali non è consigliato assumere il tribulus perché può causare squilibri ormonali e peggiorare la condizione anziché migliorarla.
Si può combinare con i farmaci?
È necessario consultare il proprio medico curante, perché l’erba può interagire in modo indesiderato se si assumono farmaci antidiabetici, antipertensivi, anticoagulanti o altri.
Per quanto tempo è sicuro l’uso?
Gli specialisti consigliano l’assunzione per un periodo di 3-4 mesi per ottenere il pieno effetto dell’erba. È opportuno fare una breve pausa di 1-2 settimane a metà, per evitare che l’organismo si abitui alla dose, dopodiché si può continuare con il ciclo.
È adatto per donne in gravidanza e in allattamento?
L’erba non è adatta per donne in gravidanza e in allattamento. Il tribulus può attraversare la barriera placentare e influire negativamente sul metabolismo del feto. Per quanto riguarda le donne che allattano, può passare nel latte materno e causare alterazioni nello sviluppo del bambino.

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